Una decina di alunni del nostro Liceo hanno costituito la giuria della nostra scuola che ha partecipato alla seconda edizione del Premio Cosmos degli Studenti, dedicato a premiare i migliori testi di divulgazione scientifica pubblicati nell'ultimo anno. Qui la recensione di L'era sintetica di Christopher J. Person, dedicato ai temi dell'evoluzione artificiale e della "riprogettazione" del mondo, scritta da Antonio Di Mario della 5A:
Nanobot che si riproducono a dismisura, fino a trasformare il mondo in una poltiglia grigia; microrganismi progettati per distruggere cellule tumorali; interi genomi costruiti partendo dai basilari costituenti chimici; ecosistemi calibrati per una perfetta convivenza delle specie; mammut lanosi che tornano a popolare le steppe dell’Asia; un’atmosfera liberata dalle catene degli agenti inquinanti; menti computazionali che sostituiscono quelle biologiche...
Potrebbero giustamente sembrare delle rappresentazioni alquanto fantasiose o i segni della superiorità di una qualche civiltà aliena; e invece, e forse per fortuna, si tratta di realtà che verosimilmente faranno a breve la loro comparsa sul pianeta Terra.
In realtà alcune di esse non sono poi così trascendentali. La tecnologia e la scienza, con tutte le loro specializzazioni, hanno raggiunto livelli tali da consentire all’uomo di rimodellare e di riprogettare la natura, ad iniziare dai suoi mattoni di base: attraverso le nanotecnologie è possibile riposizionare gli atomi a nostro piacimento, e, proprio partendo dagli elementi chimici, la biologia sintetica costruisce interi filamenti di Dna.
Mai l’impronta dell’uomo è stata così profonda; oggi sembra possibile affermare che l’uomo stia usurpando il trono che la natura continua a difendere sovrana da anni immemorabili. La portata di queste conquiste ha addirittura indotto una équipe selezionata di geologi a fare l’ipotesi di una transizione epocale: circa 12.000 anni fa, quando l’uomo otteneva importanti risultati sociali e tecnologici, l’Olocene lasciava il suo posto a una nuova era, l’ ”Antropocene”, l’era dell’ “ànthropos”.
E’ soltanto oggi però che il pastore errante si appresta a liberarsi dalle catene della Luna indifferente: l’ "Antropocene" è un’inesorabile ascesa verso il dominio definitivo dell’uomo sul mondo e sui meccanismi profondi della natura, che apre la strada a ere future, prima considerate solo come mera utopia.
Nell’Olocene, l’epoca praticamente destinata a tramontare, l’uomo non era veramente padrone del metabolismo del pianeta, cosicché gli effetti delle sue attività sulla natura risultavano generalmente dannosi e perciò anche indesiderati. Oggi, in un periodo di esponenziale sviluppo dell’ ”Antropocene”, l’uomo ha i mezzi per porre rimedio ai suoi danni e alla sua noncuranza grazie alla scienza e alla tecnologia. Ora, l’uomo ha preso la penna e ha iniziato a scrivere utilizzando il linguaggio di Dio.
Ma Preston non è un illuso visionario. Con atteggiamento critico ed insieme demistificatore, con approccio autorevole ed imparziale, mette in luce le problematiche associate a ciascuna delle nuove scoperte. Il suo intento di fondo è essenzialmente pedagogico: la responsabile necessità di una comunicazione oggettiva e incondizionata, rivolta a tutti i non esperti del settore, risulta fondamentale per la costruzione di un futuro sereno e calibrato. Preston è il divulgatore ideale per poter approcciare a questa rivoluzione radicale.
L’uomo può davvero sostituire la natura? Le aree immacolate di Leopold sono davvero destinate a scomparire? E se fosse il dr. Frankenstein a prendere le redini della nuova era? La sete di potere scientifico porterà la specie umana a scavarsi da sola la propria fossa?
Non si può più rimandare. La consapevolezza è necessaria oggi. E’ un dibattito che dobbiamo affrontare tutti insieme, democraticamente e responsabilmente.
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