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Il "ciclo dei Robot" di Isaac Asimov


Molti sono i film e i racconti nei quali gli umani sono sottomessi alle loro stesse macchine e, per di più, questo scenario non sembra molto distaccato dalla realtà odierna. Non bisogna aspettarsi nulla di tutto ciò da Isaac Asimov.


Nei quattro romanzi che compongono la saga del “ciclo dei robot”, più i numerosi racconti sullo stesso tema, Asimov si ingegna al massimo al fine di presentarci i robot come semplici schiavi; incapaci di arrecare qualsiasi danno agli esseri umani poiché sono vincolati da tre leggi fondamentali, che non possono essere rimosse in alcun modo, ma che creano situazioni decisamente particolari e paradossali. L’autore, grazie alle sue conoscenze in ambito psicologico, sociologico e scientifico (infatti era professore ordinario di biochimica), e alla sua ineguagliabile fantasia, ci presenta dei racconti intriganti e appassionanti. Nonostante le trame molto ricche, ogni storia presenta anche attimi di azione e colpi di scena fino all’ultima pagina, che tengono il lettore costantemente attento alla storia. Immancabili, inoltre, descrizioni molto dettagliate ma anche sintetiche, che non distraggono dalla storia, ma permettono al lettore di immedesimarsi profondamente e di riuscire a immaginare gli scenari fantascientifici con molta facilità

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Tutte le storie, pur potendo essere apprezzate a pieno singolarmente, seguono un preciso ordine cronologico. Ambientate nel futuro, i racconti che seguono lo stesso ordine sono tutti quelli del “ciclo dei robot”, compresi i quattro romanzi (che ho intenzione di recensire in particolare qui): “Abissi d’Acciaio”, “il Sole Nudo”, “i Robot dell’Alba” e “I Robot e l’Impero” e, infine “Fondazione” (di cui parlerò in una futura recensione). In toto, Asimov ci racconta circa 15000 anni di storia futura, e personalmente credo che, pur avendo letto ogni storia, non sia abbastanza!


I quattro libri fulcro dell’intera storia frutto della fantasia di Isaac Asimov sono, come citato precedentemente, in ordine cronologico, “Abissi d’Acciaio”, “il Sole Nudo”, “i Robot dell’Alba” e “i Robot e l’Impero”. Il sipario di “Abissi d’Acciaio” si apre sulla Terra, dove gli esseri umani sono rintanati in colossali città, coperte da enormi cupole, che contengono ogni singolo abitante sul pianeta. La società presentata ci appare, nonostante lo scenario futuristico, molto arretrata: vi sono forti disparità sociali dovute al fatto che ogni uomo sia etichettato, in base al lavoro, come membro di una determinata classe sociale. Inoltre gli umani, oltre ad avere tutti i pregi e difetti degli umani di oggi, hanno perso qualsiasi contatto con la natura e ne hanno addirittura paura. L’economia di queste città è anche, però, basata sui robot, che svolgono ogni mansione che richieda stare all’aria aperta e hanno anche piccoli ruoli all’interno della città, nonostante la maggior parte della gente odi i robot, nonostante essi siano vincolati dalle Tre Leggi della Robotica. L’umanità, tuttavia, non è sempre stata così: un tempo infatti viaggiava tra le stelle e colonizzava pianeti. I coloni, però, avevano forti tendenze separatiste e, mentre i terrestri si rinchiudevano nei loro “Abissi d’Acciaio” essi, chiamati “Spaziali” si espandevano e progredivano scientificamente, soprattutto nel campo della robotica, tanto che, con la loro forza, avrebbero potuto conquistare la Terra. All’inizio del racconto, incontriamo Elijah Baley, un investigatore della polizia di New York a cui viene assegnato un compito all’apparenza impossibile: deve infatti indagare sullo strano assassinio di uno spaziale, ucciso nella base che gli spaziali avevano sulla Terra. Da questa investigazione potrebbe essere deciso il futuro della Terra. A complicare la situazione, si aggiunge il fatto che gli spaziali decidono che Elijah debba essere aiutato da un aiutante un po’ particolare: il signor R. Daneel Olivaw. I nostri due protagonisti, risolvendo il caso, ci accompagnano ad esplorare la città, illustrandoci anche i comportamenti di una società ridotta in questo stato.


Nel secondo e terzo romanzo “Il Sole Nudo” e “I Robot dell’Alba”, Elijah e Daneel devono svolgere i loro compiti sui mondi degli Spaziali stessi: prima su Solaria, dove devono scovare il colpevole di un assassinio, e poi su Aurora, la capitale dei mondi spaziali, dovranno indagare su un misterioso caso di “roboticidio”. Su questi mondi, Asimov ci presenta la situazione inversa a quella terrestre: una società dipendente dalle comodità e dai piaceri, dove ci sono solo 25000 persone su un singolo pianeta, assistite da milioni di robot, dove la vita media è di 400 poiché è stata debellata ogni singola infezione e dove chiunque è felice, servito dai suoi robot. Questa società è così perfetta che non ha bisogno neanche della polizia, poiché non vengono commessi crimini, per cui hanno bisogno di un terrestre per risolvere questi casi. Su questi mondi pullulanti di robot, Elijah si troverà ad affrontare non solo i temibili spaziali che mettono a rischio la vita sulla Terra, ma dovrà anche usare a pieno le proprie capacità per superare l’ostacolo delle Tre Leggi della Robotica.


Nel quarto libro “I Robot e l’Impero”, Elijah è morto da ormai quasi un secolo, tuttavia si percepisce la sua presenza per tutto il romanzo. Il suo collega Daneel, accompagnato dal robot Giskard, sfruttando a pieno ogni conoscenza di robotica e sociologia, dovranno salvare la Terra da una minaccia che potrebbe condurre all’estinzione dell’umanità, cercando ancora una volta un modo per poter svincolare alle Tre Leggi, che sono d’intralcio alla salvezza dell’umanità.


Immaginando società particolari, inventando storie coinvolgenti e ambientazioni particolari, il lettore viene dolcemente coccolato nel piacere dell’immaginazione, tanto che leggere questi libri cambia, in modo particolare, il modo di pensare e di vedere la nostra vita e ciò che la circonda. Isaac Asimov, nonostante ultimamente ci stiamo dimenticando di questo nome, è, secondo me, il più grande autore di fantascienza e probabilmente uno dei più importanti scrittori di sempre, capace di mettere insieme con ordine matematico qualsiasi genere letterario. Si passa dall’investigazione, alla storia d’amore, a nozioni di chimica e astronomia fino a parlare di sociologia, filosofia e psicologia senza dimenticarsi di dare al lettore qualche sorriso con battute comiche. Per questo motivo, la lettura può essere apprezzata nella sua interezza anche chi normalmente non apprezza la fantascienza.


Spero che questa recensione abbia descritto al meglio lo stile di Asimov, suscitando in voi un po’ di curiosità così che, nella vostra lista di libri da leggere, possiate dedicargli un po’ di tempo.


Valerio Taddeucci



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